Itinerari Nascosti di Maiori


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Chiesa e Convento della Pietà

Sorto nella parte terminale del corso, lungo la sponda sinistra del Reginna, il convento fu eretto per volontà testamentaria del dottor medico Luca Staibano, di una delle principali famiglie maioresi del tempo, morto nel 1515. Il complesso, eretto entro il 1520, venne ad occupare una vasta area della città a ridosso tra il centro e la via per le frazioni alte e per Tramonti, che comprendeva in origine anche l’attuale parcheggio, presso il quale è visibile una torre settecentesca che costituiva uno degli angoli dell’impianto conventuale. La memoria del fondatore resta nel piccolo portale a sesto ribassato, tipico dell’architettura rinascimentale campana di influsso catalano, che reca nei pennacchi la rappresentazione dello stemma degli Staibano, simile a quello scolpito sul fonte battesimale di S. Maria delle Grazie. Il monastero, di stretta clausura, fu eretto sotto il titolo di S. Maria della Pietà, adottando la regola francescana di S. Chiara, eletta a patrona, insieme all’evangelista S. Luca, in memoria del benefattore, ai quali fu dedicata la primitiva chiesa. Soppresso agli inizi dell’Ottocento, è attualmente occupato dalle suore domenicane di Pompei, venute a Maiori su invito della Civica Amministrazione nel 1924 per l’istituzione del primo asilo infantile. L’esterno del convento è caratterizzato dall’alto muro che chiude il complesso, mentre all’interno si conserva la chiesa a navata unica e pochi resti dell’originario monastero.

La Chiesa, dedicata attualmente al culto di S. Maria di Costantinopoli, si sviluppa lungo la parete esterna del convento, presso l’antico portale di ingresso; è a navata unica con presbiterio e conserva uno dei più interessanti insieme pittorici settecenteschi della Costa, mentre nelle volte, si vedono affreschi da ritenere del tardo Cinquecento ma pesantemente ritoccati nel Settecento. La chiesa è quindi completamente decorata alle pareti e al soffitto, da dove spuntano i comunichini con grate dorate da cui seguivano la messa le monache di clausura. Nella parete di controfacciata, un’ampia tela con La Moltiplicazione dei pani e dei pesci di Giuseppe Mastroleo; lungo le navate dipinti, commissionati dalle famiglie delle suore ospitate nel convento (come rivela la presenza degli stemmi nobiliari); si tratta di dipinti d’argomento claustrale e dell’ordine francescano, come La recisione dei capelli ad una novizia, le Tre Sante Francescane, i Santi Girolamo e Bonventura, la Pietà, la Madonna con Santi, i Santi Giovanni Battista e Nicola. Sull’altare, un’immagine della Madonna di Costantinopoli in una bella cornice lignea, sovrastata da altri dipinti settecenteschi con la Pietà e S. Francesco.