Itinerari Nascosti di Maiori


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Itinerario di visita

Cartina di Maiori

La nostra visita inizia da Piazza D’Amato [1], slargo sul corso Reginna, antico centro della città, con il Sedile, luogo dell’assemblea dei cittadini, primo parlamento maiorese. La piazza, di forma triangolare, ospita, inoltre, la chiesa di S. Rocco [2] (già di S. Sebastiano), adiacente al Sedile, e la fontana ottocentesca. Dal centro dello slargo si apre la stretta via Scala Santa che conduce al sagrato della Collegiata di Santa Maria a Mare [3], la principale chiesa cittadina, sorta accanto ad un’antica torre di avvistamento (al cui posto sorge ora il campanile). Il vasto complesso religioso, posto a guardia del retrostante quartiere Campo-Vena arroccato sulla cima della collina presso la strada da cui si raggiungeva anticamente Minori, ospita anche l’interessante Museo d’Arte Sacra “Confalone” [4] e la Congrega del Carmine [5]. Dopo la visita del monumento scendiamo per via Capitolo addentrandoci nella zona orientale della città, conglomerato ormai di edifici moderni, ma nel quale si possono ancora osservare scorci di edifici ottocenteschi e tracce dei giardini presenti fino al dopoguerra. Giungiamo sul Lungomare (via G. Amendola), tratto rettilineo della strada statale realizzata nella prima metà dell’Ottocento per collegare Vietri con Amalfi, da cui cogliamo un’ampia veduta sul mare e sul nuovo porto e sulla conca di mare su cui si affaccia la città. Muovendoci verso Minori, raggiungiamo la chiesa e convento di S. Francesco [6], scrigno dell’arte rinascimentale della Costa d’Amalfi, cui è prossima la Grotta dell’Annunziata [7], luogo di culto medievale e meraviglia della natura decantata già nel Settecento; sopra di essa, le tracce della torre Mezzacapo [8] d’avvistamento cinquecentesca, trasformata nel secolo scorso in un castello neo-medievale che domina il panorama cittadino.

Ripercorrendo il Lungomare (via G. Amendola), attraversiamo le moderne aiuole che costeggiano la spiaggia raggiungendo la piccola chiesa di S. Giacomo [9], che appare con la cupola maiolicata alla nostra sinistra. Riprendendo il cammino ci dirigiamo verso il corso Reginna, che tocchiamo nel suo tratto terminale dove domina la colonna su cui si erge una statua di S. Maria del Mare, protettrice della città (qui sorgeva fino agli inizi dell’Ottocento una torre di avvistamento a guardia del centro cittadino) e, nei pressi, il Monumento ai Caduti. Imboccando il corso Reginna, lo percorriamo, in una parte ormai stravolta dalle costruzioni post-1954 (qualche scorcio antico ai lati, verso via Concerie) fino all’edicola della Madonna delle Catene [10]; da lì ci incamminiamo per via Casa Mannini, attraversando lo stretto camminamento che costeggia i resti delle antiche mura [11], intervallate dalla torre Mandina e, attraversata la via Nuova Provinciale Chiunzi (strada aperta dopo l’alluvione del 1954), dai resti della torre Barizzo. Raggiunto lo slargo su cui si affaccia l’edificio delle scuole elementari, imbocchiamo la medievale via De Jusola che ci condurrà tra giardini e cortili ad un sottoportico con volte a crociera ampie e ribassate, dove la devozione popolare ha collocato un suggestivo crocefisso ligneo [12]. Continuando per la via, intersechiamo via Casale dei Cicerali e, salendo, giungiamo la lapide in ricordo della colonia ebraica [13] di Maiori nel medioevo e in un angiporto all’apice della via scorgiamo nella penombra un altro, più grande, Crocefisso ligneo [14], posto all’imbocco del sottopasso che conduce alla soprastante settecentesca cappella dell’Addolorata [15], da cui inizia la strada della contrada Lazzaro-Lama, insediamento a mezza costa, ricco di case e giardini che dominano il panorama della città moderna e del mare.

Riprendendo via Casale dei Cicerali attraverso il popoloso borgo di case a volte che, intersecando via Nuova Provinciale Chiunzi, che interrompe vistosamente l’insediamento che originariamente dalle pendici discendeva fino al torrente ininterrottamente, giunge allo slargo del corso Reginna, posto di fronte alla piazza D’Amato, sui cui si affacciano due imponenti edifici settecenteschi, Palazzo Citarella [17], sul cui fianco si apre la cappella di S. Nicola [16], e Palazzo Mezzacapo [18] (attuale Municipio). Dopo una sosta negli incantevoli giardini Mezzacapo, da cui si gode un’ampia vista sulla collegiata e sulla contrada Campo, ci incamminiamo lungo il percorso settentrionale di corso Reginna, fiancheggiando il sottostante corso d’acqua toccando, nella cortina di edifici perlopiù otto-novecenteschi, dapprima, a destra, l’imponente mole del rinascimentale Palazzo Da Ponte [19], quindi, a sinistra l’alto muro del cinquecentesco Convento della Pietà [20] , con, in bella evidenza, il portale di piperno ad arco ribassato. Ripreso il percorso della strada principale della città, giungiamo al termine, dove troviamo, all’angolo destro, un significativo esempio di edilizia aristocratica settecentesca e, affacciandoci per via Roma, scorgiamo il complesso della chiesa e convento di S. Domenico [21], edificio seicentesco che chiude con il suo baluardo, il centro storico.

Dal termine del corso Reginna imbocchiamo la stretta via Vecchia Chiunzi, antico percorso, accosto al torrente, che conduceva a Tramonti, toccando le numerose frazioni di cui si compone la parte alta del comune di Maiori. Osservando dal basso i suggestivi insediamenti alle pendici dei colli soprastanti, ricchi di case a volta e imponenti palazzi ottocenteschi, raggiungiamo via S. Pietro che, attraversando il torrente ci conduce nella piazza, dove, in un’aria d’altri tempi la chiesa di S. Pietro [22] si apre sullo slargo chiuso da una fitta cortina muraria di case, centro della frazione di S. Pietro. Riattraversato il Reginna, riprendiamo via Vecchia Chiunzi e, costeggiando le falde dei monti che si aprono verso Tramonti, raggiungiamo la chiesa di S. Maria delle Grazie [23], posta alla sinistra del corso d’acqua. Dopo la visita ci incamminiamo verso Vecite, che raggiungiamo riattraversando il Reginna per via San Martino in prossimità della Torre di Vecite [24]. Raggiunta quindi la via Nuova Provinciale Chiunzi, scorgiamo la mole della chiesa di S. Martino [25] che dall’alto di uno sperone roccioso domina la valle. Raggiungiamo l’edificio per l’ampia scalinata e dal sagrato godiamo dell’ampio panorama verso i monti di Cava e di Tramonti e la costa. Ripresa la via Nuova Provinciale Chiunzi, tocchiamo l’ultima frazione cittadina, Ponteprimario e, attraverso il ponte ci inoltriamo nell’abitato, al cui centro, in posizione eminente, spicca la chiesa di S. Maria del Principio [26], che avevamo già scorto dalla via provinciale. Riprendendo la strada per Tramonti, giungendo al limite cittadino, contrassegnato dal ponte, scorgiamo i resti della chiesa di S. Croce [27], antico edificio eretto a simboleggiare l’amicizia tra i due centri confinanti della Costa d’Amalfi.

Ripercorriamo in discesa la via Nuova Provinciale Chiunzi e, dopo Vecite, imbocchiamo a sinistra via Castello che si inerpica sulla collina per raggiungere il notevole complesso quattrocentesco del Castello di Thoroplano [28]. Dopo la visita del bastione, ritorniamo su via Nuova Provinciale Chiunzi, riprendendo la discesa verso il mare. Giunti nel centro cittadino, scorgiamo in alto a sinistra, ormai quasi invisibile nell’edilizia moderna, la Cappella della Madonna della Libera [29] e, più avanti, in uno slargo, sempre a sinistra, la Torre di Milo [30], a guardia del denso abitato pedemontano retrostante che, con case a volta e edifici con loggiati ed arcate, si stende verso la sommità della collina lungo l’antica via che conduceva all’Avvocata. Percorsa tutta la via Nuova Provinciale Chiunzi, arriviamo sulla costa e prendendo in direzione di Salerno, costeggiamo il Lungomare (via G. Capone) attraversando la parte orientale della cittadina, tutta edificata recentemente; al termine, sulla parte prominente della costa, si erge la Torre Normanna [31], baluardo di avvistamento cinquecentesco, in collegamento con le altre torre di guardia dislocate lungo tutto il percorso costiero del territorio maiorese e dell’intera Costa d’Amalfi. Continuando lungo la SS 163 imbocchiamo, sulla sinistra, via Scalese, attraverso la quale saliamo al Santuario dell’Avvocata [32], secolare luogo di culto per fedeli di tutta la Campania. Ritornati sulla SS 163, dopo alcuni chilometri troviamo, a sinistra, il notevole complesso medievale della Badia di S. Maria de Olearia [33], con i suoi pregevoli affreschi. Compiuta la visita, riprendiamo la Statale in direzione di Salerno e dopo aver toccato Capo d’Orso e aver attraversato uno dei tratti più intatti della Costa raggiungiamo la frazione di Erchie, in un’ampia e ripida vallata, solcata dal torrente: sull’abitato domina la chiesa dell’Assunta [34], mentre la Torre di Erchie [35] vigila sulla spiaggia e sul villaggio.