Itinerari Nascosti di Maiori


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Congrega del Carmine

Delle numerose confraternite sviluppatesi a Maiori tra medioevo ed età moderna, la principale superstite è quella che eretta sotto il titolo di Santa Maria del Carmine, o sia della Bruna. La sua istituzione risale al 19 luglio 1535, in annessione al Sacro Monte della Bruna, preesistente nella basilica di S. Maria a Mare. La fondazione, quale cappella all’interno della collegiata, venne autorizzata dall’arcivescovo Annio, poi sancita da due bolle del pontefice Clemente VIII (1593 e 1603). Il re Ferdinando IV ne approvò gli statuti (1783). Divenne infine arciconfraternita, associandosi a quella del Carmine di Roma (1839).

La chiesa venne rifatta nel 1826, sotto il priorato di Raffaele Paolillo, anche sindaco della città, a spese dei confratelli. L’edificio conserva i caratteri architettonici neo-classici nelle membrature esterne e dell’interno e nella facciata, eretta, in origine affianco al prospetto principale della collegiata, rivolto alla contrada Campo fino alla metà dell’Ottocento. L’interno, ancora suggestivo, conserva gli stalli lignei dei confratelli alle pareti con il seggio del priore al centro della navata; il pavimento maiolicato, di metà Ottocento, presenta piastrelle esagonali di stampo neo-rinascimentale. Alle pareti della navata quattro grandi tele di Achille Guerra, realizzate nel 1879 e che, in uno stile morelliano, presentano personaggi biblici. Sull’altare, campeggia un dipinto ad olio con la Madonna del Carmine, realizzato da Gaetano o da suo padre Luigi ad imitazione dei dipinti della scuola maiorese cinque-seicentesca dei D’Amato.