Itinerari Nascosti di Maiori


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Convento San Domenico

Nell’area di Campulo, al culmine del centro cittadino lungo la direttrice verso le frazioni alte e Tramonti, nei pressi della chiesa medievale di S. Giovanni, venne eretto, nel 1660, per volontà di Leonardo Russo, scampato alla peste del 1656, un monastero domenicano dedicato alla Madonna del Rosario (del fratello, canonico della Collegiata, si conserva un ritratto nel Museo). La donazione prevedeva la fondazione di un convento di predicatori, con almeno dodici religiosi e l’istituzione di uno studio, con pubbliche cattedre di filosofia e teologia — come scrive Staibano:

le quali cattedre avvantaggiarono assai la istruzione, e la educazione ancora della gioventù cittadina, e supplirono alla bisogna benanche dei vicini piccoli vescovati, ch’eran privi di seminario

In pochi anni venne eretto il complesso e tra i primi ad abitarlo lo stesso fondatore (di cui si conservava un ritratto in abito da converso nel vestibolo della chiesa). Il convento, sul cui portale d’ingresso si vede lo stemma domenicano del cane con la fiaccola, ha dimensioni inusuali per le architetture della Costa, con le quattro ali del chiostro dalle ampie arcate e con volte a tutto sesto, un tempo affrescate con motivi settecenteschi, racchiuso dall’alto muro di recinzione tipico delle strutture claustrali campane.

La chiesa, sorta a destra del quadrilatero conventuale, fu consacrata nel 1749 da monsignor Chiarelli, vescovo di Scala e Ravello e presenta una semplice facciata arricchita dal portale in pietra scolpito mentre l’interno, ampio e a navata unica, è arricchito da un pavimento maiolicato settecentesco e dominato dalla cupola che si erge sul presbiterio. Soppresso nel 1809, il monastero divenne di proprietà pubblica, ospitando il municipio (nel piano nobile è ancora visibile nella sala della Pretura un affresco di Gaetano Capone) e le scuole, presenti fino al terremoto del 1980, quando l’edificio fu completamente svuotato. Oggi il complesso è nel più completo abbandono mentre restauri molto lenti stanno interessando la sola chiesa, il cui esercizio del culto non fu mai interrotto, nemmeno dopo la soppressione, per espressa volontà dei cittadini che affidarono l’edificio ad un rettore prete. Delle opere d’arte presenti nel complesso, occorre ricordare una lastra tombale quattrocentesca (probabilmente dall’anteriore chiesa di S. Giovanni) e una serie di dipinti di soggetto domenicano, recentemente restaurati ed esposti nelle sale della sagrestia della Collegiata di S. Maria a Mare.