Barthold von Gadenstedt (1558)

 

Barthold von Gadenstedt (1560-1632)

      Il tedesco Barthold von Gadenstedt (1560-1632), viaggiatore umanista tedesco, nel dicembre del 1588 nel suo itinerario per mare dalla Sicilia a Napoli sfiora la Costa d’Amalfi e coglie l’occasione per offrire notizie sul luogo prese dai testi precedenti (in primis, la Descrittione di Leandro Alberti) e qualche notazione nuova. Il suo diario di viaggio (1587-89), dopo il ritorno, fu accresciuto dall’autore di notizie prese dalla letteratura geografica e di viaggio. Il manoscritto voluminoso, la cui forma presente risale agli anni intorno al 1615, non è stato finora pubblicato; esso viene conservato nella Herzog August Bibliothek a Wolfenbüttel. Gadenstedt, nativo di una famiglia feudale di Wernigerode, letterato e diplomatico, si recò in Italia nel 1587. Dopo un soggiorno di otto mesi a Padova, compie un tour per la penisola enell’ottobre 1588 raggiunge Napoli, ove, dopo una settimana (in cui aveva visitato anche Pozzuoli, Baia  e i Campi Flegrei) s’imbarca il 14 ottobre su una galea per Malta. A La Valetta gode dell’ospitalità dei Cavalieri, e con una piccola squadra di navi maltesi il nostro viaggiatore, in compagnia di altri tedeschi, prende la via del ritorno. A Messina cambia la nave maltese con una piccola feluca, che per la stagione tempestosa e a causa dei corsari turchi doveva mantenersi sotto costa e parte per il viaggio che lo porterà a Napoli il 30 novembre. Il 13 dicembre nel diario registra “non abbiamo osato avventurarci in alto mare, cosicché siamo passati lungo la terraferma fino ad un’osteria situata a due miglia dalla città di Salerno” (partivano da un convento dell’Annunziata lungo la costa tra Palinuro e Agropoli). Da dove, all’alba del 14, salpano alla volta di Napoli.

 
     

Il 14 dicembre, sul far del giorno, c’incamminammo dalla sopraddetta locanda. Alla mano destra lasciammo la costa di Amalfi, un bello e gaio paesino, incirca lungo 15 miglia, bene e gaiamente coltivato, con graziose case e chiese, cosicché  tutta la riviera rassomiglia quasi ad una sola città. E questo paesaggio viene sì nominato per la famosa città di Amalfi la quale giace in codesta riviera. Essa città fu in altri tempi molto possente e fuvvi eccellente commercio e vi si trovano ancora alcune case belle nella città e nobili mercanti che fanno il loro commercio in lungo e in largo.

     In questa città c’è anche una magnifica chiesa nella quale si mostra e con grandi onori si venera la salma dell’Apostolo S. Andrea. Ivi è ordinato uno speciale prete lo quale sempre serve e a chi chiede ciò egli offre piccole ampolle colme di puro e santo olio. I cittadini lo chiamano Manna e dicono che esso scorre fuori dalla salma dell’Apostolo S.Andrea, dentro ad un calice; il quale svuota sempre di nuovo e in un più grosso vaso ed esso torna sempre di nuovo pieno… Poi abbiamo navigato a Positano, laddove vengono fatte le più grandi navi. In questa regione  è situata la città di Cava: dove si fa la tela migliore e sono li i migliori architetti dell’Italia intera. In vicinanza è il ricco e antichissimo chiostro benedettino, detto la Trinità della Cava il quale è nominato anche nello Jure Canonico. Il pomeriggio alle ore 18 abbiamo lasciato alla mano sinistra l’isola di Capri e abbiamo scorto di nuovo la città di Napoli.